SANTA MESSA NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI SAN PIO - PIETRELCINA, 26 MAGGIO 2016
«Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore Nostro Gesù Cristo» (Gal 6,14).
Le parole dell’Apostolo descrivono, in maniera particolarmente efficace, non solo il ministero ma anche la vita di Padre Pio. Egli è stato ed è icona vivente di Cristo Crocifisso, vedendo realizzato, in se stesso, nella sua carne, ciò che annunciava con la sua vita.
Perché Padre Pio è così conosciuto, così amato, la sua intercessione è così invocata dai fedeli, da tutti, senza distinzione di sorta?
Ad uno sguardo superficiale, meramente mondano o giornalistico, potrebbe apparire che la ragione della sequela sia rintracciabile nel ministero taumaturgico del Santo frate, nella sua potente intercessione presso Dio, per ottenere guarigioni e conversioni.
Ma, superando questo primo sguardo, andando al fondo della realtà umana, cristiana e sacerdotale di Padre Pio, dobbiamo riconoscere che ben altra è la statura della sua presenza nella storia ecclesiastica contemporanea. San Pio da Pietrelcina è così amato, cercato ed invocato semplicemente perché ci mostra, ancora e sempre, nell’oggi della Chiesa, Nostro Signore Gesù Cristo!
Pare di sentire, dopo duemila anni, ancora vivo il grido rivolto agli Apostoli: «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21); è la storia dei santi, la storia di San Pio è una delle risposte che lo Spirito Santo dà alla Chiesa, che umilmente invoca; è una delle risposte che lo Sposo stesso dà alla Sposa, dicendo: «Eccomi - Adsum», «Sono presente nel tempo, attraverso coloro che maggiormente sono configurati a Me».
La grandezza di San Pio da Pietrelcina è, dunque, tutta condensata nella sua appartenenza a Cristo, al Dio Crocifisso che ha offerto liberamente la vita per noi e per la nostra salvezza eterna. Egli rappresenta un potente richiamo, per la Chiesa di oggi, che ha estremo bisogno di guardare al Crocifisso, di riscoprire l’unica, salvifica mediazione tra Dio e gli uomini, per essere, così, autenticamente missionaria, cioè mediatrice verso tutti coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio. San Pio da Pietrelcina si è totalmente immedesimato con il suo ministero, con la vocazione alla quale Dio l’ha chiamato, ci si è immerso con la mente, con il cuore, con la volontà.
Questa immedesimazione, cari fratelli e sorelle, è la meta di tutti i figli di Dio. Indipendentemente dallo stato di vita, al quale siamo stati chiamati, che siamo laici o consacrati, padri e madri o celibi, contadini o dottori, operai o insegnanti, casalinghe o monache di clausura, artisti o artigiani, ricchi o poveri, tutti siamo chiamati alla piena immedesimazione con la Vocazione ricevuta, a non subire passivamente la nostra condizione, ma a riconoscere in essa la via autentica, semplice, anche se non priva di difficoltà, della nostra santificazione.
San Pio da Pietrelcina non aveva un’“altra vita” rispetto al suo essere sacerdote e al suo essere frate. Egli coincideva perfettamente con ciò cui il Signore lo aveva chiamato ed è questa la principale chiave, che, per tutti, apre la porta della santità.
Padre Pio è innanzitutto immedesimato totalmente con la celebrazione dell’Eucaristia. Le folle, che, fin dalla notte, si radunavano a San Giovanni Rotondo, per partecipare, anche solo da lontano, alla Santa Messa da lui celebrata nelle prime ore del mattino, testimoniano il sensus fidei, che guida il Popolo santo di Dio nel riconoscimento umile e devoto della presenza del Signore in coloro che di Lui sono ministri e realizzano, nella loro carne, il senso profondo di ciò che celebrano.
San Pio viveva, istante per istante, ciò che celebrava, immedesimandosi totalmente col Mistero di Cristo e, soprattutto, con il Sacrificio del Suo Signore sulla Croce (cfr. Rito di ordinazione: Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore.). La dimensione sacrificale dell’Eucaristia è del tutto inseparabile dalla Comunione alla stessa Mensa che celebriamo: anzi, la condizione per la quale siamo ammessi al Banchetto celeste è che Cristo ci ha guadagnato la salvezza con la Sua Croce. Quindi, senza Sacrificio non c’è Comunione! Assumere, nella propria carne, nella propria spiritualità, nella propria esistenza sacerdotale questa dimensione sacrificale, ha portato San Pio ad offrirsi come vittima immolata, unito al suo Cristo, per la salvezza degli uomini, realizzando, in modo altissimo, la parola dell’Apostolo: «Completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo» (Col 1,24).
E questo “offrirsi” si è realizzato, in modo altrettanto riconoscibile dal Popolo santo di Dio, nell’ascolto, senza riserva e con una generosità assolutamente eccezionale, delle Confessioni sacramentali. Siamo nell’anno della Misericordia e chi più di San Pio da Pietrelcina ha realizzato, nel XX secolo, la celebrazione della misericordia?
Egli è stato docile strumento nelle mani di Dio, perché molti uomini potessero fare esperienza della misericordia e potessero, così, anche opportunamente spronati, giungere a conversione. Perché, è bene ricordarlo sempre, senza la personale volontà di conversione, anche l’Onnipotente Misericordia di Dio non può trovare effetto. Dio desidera, profondamente, che tutti gli uomini siano salvati, ma non può realizzare questo Suo desiderio per quegli uomini, che, ostinatamente Lo rifiutano, sia tematizzando questo rifiuto, in una professione di ateismo teoretico, sia vivendo questo rifiuto, in una esistenza che contraddice esplicitamente il Vangelo.
Nel suo confessionale, San Pio, da vero sacerdote, come nell’’800 il magnifico ed umilissimo S. Giovanni Maria Vianney e poi come il suo mirabile confratello Leopoldo Mandic, ha vissuto un’autentica sostituzione vicaria, facendosi egli stesso misericordia, offrendo la sua vita in espiazione per i peccati, mendicando dal Padre Celeste il fiume di grazia e di misericordia, che, sgorgato dal costato di Cristo, per la forza dello Spirito Santo e la Comunione della Chiesa, si riversa sugli Apostoli.
Proprio in forza di questa sua totale immedesimazione con l’Eucaristia e di questa sua offerta della propria vita a Dio, realizzando la sostituzione vicaria per la salvezza dei fratelli, il Signore ha voluto segnare la carne di questo Suo figlio con il dono delle stigmate, perché tutti ne vedessero la totale immedesimazione al Crocifisso, perché tutti comprendessero che tale immedesimazione non è frutto dello sforzo personale, pur indispensabile, ma è dono soprannaturale di grazia e, infine, perché tutti vedessero, ancora e sempre, un’icona vivente del Signore.
Per queste ragioni, San Pio da Pietrelcina, che per taluni appare distante dalla nostra sensibilità moderna, vittima del relativismo teologico, della dittatura tecno-scientista e della demagogia mondana, è un santo assolutamente attuale, poiché nulla è più attuale di ciò che rende visibile l’Eterno Presente. L’estraneità dal mondo non è, in San Pio, disprezzo del mondo come sublime creazione di Dio, come segno della Sua esistenza e potenza. Anzi, egli, da buon figlio di S. Francesco, era straordinariamente capace di accorgersi della bellezza del creato, di contemplarne l’armonia e di commuoversi di fronte a tutto ciò che Dio ha fatto e fa per noi. Se una distanza è possibile marcare tra San Pio e il mondo, questa è riconoscibile nei confronti del peccato del mondo e non è possibile relegare tale distanza all’una, o all’altra delle epoche storiche, poiché sempre un autentico cristiano deve vivere “nel” mondo, ma non deve essere “del” mondo, non deve e non può appartenere al mondo, né assumerne i criteri. È necessario allora superare la superficiale visione di chi continua ad “accusare” San Pio di poca modernità! Nulla è, infatti, più attuale della presenza di Cristo, realizzata nel Sacrificio Eucaristico! Nulla è più attuale della presenza di Cristo, realizzata nel flusso ininterrotto della Sua misericordia! Nulla è più attuale di una visibile e concreta immagine del Crocifisso, che il Signore ha offerto alla Chiesa e al mondo in questo Suo diletto figlio, scelto misteriosamente dal Padre Celeste fin dalla più tenera infanzia e progressivamente conformato ad immagine del Figlio Crocifisso con la potenza dello Spirito Santo.
La Chiesa, che in alcuni membri della sua gerarchia, ha impiegato tempo a comprendere ciò che lo Spirito diceva, ringrazia il Signore per questi straordinari doni, domanda di accoglierli fedelmente, di poterli sempre riconoscere e di potersi sempre più umilmente conformare al suo Signore, anche grazie al richiamo che questi Santi rappresentano e all’intercessione potente che essi esercitano presso il Trono dell’Onnipotente per l’umanità intera.
A Colei che era ai piedi di Cristo Crocifisso, sul Calvario, alla Beata Vergine Maria, Donna dello Spirito, Donna Eucaristica, Donna della Croce e Madre di Misericordia, così teneramente amata da Padre Pio, affidiamo la vita della Chiesa e la salvezza del mondo in questo arduo tempo. A Lei, il Signore Crocifisso, rivolge ancora e sempre le Sue commoventi parole guardando San Pio da Pietrelcina: «Donna, ecco tuo figlio»! E per Lui, e per tutti noi, ripete: «Ecco tua Madre».

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