SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELLA PENTECOSTE

Roma, Basilica di S. Maria ad Martyres (Pantheon), 19 maggio 2024

 

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO DE DONATIS, PENITENZIERE MAGGIORE

 

24.05.19

Cari fratelli e sorelle,

“Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”, così promette Gesù ai suoi discepoli nel vangelo di questa solennità. C’è una progressione graduale della Rivelazione: Dio ci fa conoscere piano piano la verità del suo volto, e noi la comprendiamo sempre meglio, se ci lasciamo guidare dal suo Spirito.

Nella Pentecoste celebriamo il dono dello Spirito che ci offre la vera libertà, come possibilità di amare, nella gioia e nella pace, nella fedeltà e nella mitezza… così in tutte quelle altre manifestazioni dello Spirito che Paolo elenca nella seconda Lettura di oggi scrivendo ai Galati.

I doni di Dio per la nostra vita sono molteplici:

  • C’è innanzitutto il dono dei frutti della terra, che alimentano il nostro corpo.
  • C’è poi il dono della libertà e di una legge che orienta il nostro agire perché non rimanga schiavo dei propri egoismo e delle proprie passiono sbagliate.
  • Infine, come sintesi e compimento di tutti gli altri doni, c’è il dono dello Spirito che ci rende partecipi della vita stessa di Dio.

a) Il primo dono di Dio sono i frutti della terra di cui ci nutriamo. Noi siamo un corpo e Dio si prende cura del nostro copro. Lo alimenta, lo fa crescere, non lo lascia prigioniero di un sepolcro di morte, lo fa risorgere, lo glorifica, rendendolo partecipe della Risurrezione di Gesù.

Che cosa è un corpo glorificato, già partecipare della Risurrezione? Non è semplicemente un corpo che non consce più la morte, che vive per sempre. Paolo, scrivendo ai Galati, afferma che “la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste”. Comprendiamo facilmente queste parole, perché ne facciamo tutti viva esperienza. Siamo abitati da desideri molteplici e contrastanti che ci dividono, ci strattonano di qua e di là, impedendoci ci compiere il bene pure vorremmo fare. Un corpo glorificato, un copro unificato, pacificato, in cui i tanti desideri della nostra esistenza convergono verso una sola direzione, quella della vita e di una vitta in pienezza.

b) Il secondo dono di Dio per il quale ringraziare è il dono della libertà e di una legge che orienta il nostro agire, offrendogli dei criteri, dei punti di riferimento. Noi non siamo solo un corpo; siamo un corpo che agisce e si relaziona con gli altri, siamo un desiderio che deve continuamente confrontarsi ed incontrarsi, qualche volta scontarsi, con il desiderio degli altri.

Dio si prende cura anche delle nostre relazioni ed il suo dono consente di comprenderci, pur parlando lingue diverse, come accade a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste.

Lo Spirito Santo è uno ma si divide in tanti lingue di fuoco che si possano su ciascuno perché le tante lingue parlate tornino ad essere un’unica lingua nel fuoco dell’amore che è lo Spirito.

c) Infine il terzo dono che ricapitola i precedenti è il dono della comunione con Dio. Lo Spirito ci conduce in una vita piena e felice perché ci rende partecipi della vita stessa di Dio. Gesù lo ricorda nel Vangelo di Giovanni quando afferma che lo Spirito “prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. E che cosa sia suo, Gesù lo spiega subito dopo, quando afferma “tutto quello che il Padre possiede è mio”. Ciò che Gesù possiede e condivide con noi è la relazione stessa che egli vive con il Padre, lo scambio di amore che sempre c’è tra il Padre ed il Figlio, la loro comunione. Lo Spirito ci introduce in questa stessa relazione d’amore, fa sì che ciò che è del Padre e ciò che è di Gesù diventi anche nostro.

Ecco tre doni dello stesso Spirito da invocare; tre doni diversi ma accomunati da un medesimo filo rosso, quello dell’unità e della comunione.

Lo Spirito unifica il nostro corpo, vincendo e ricomponendo il desiderio interiore che così spesso percepiamo diviso tra i desideri della carne e i desideri dello Spirito. Diventiamo uno in noi stessi.

Lo Spirito unifica le nostre relazioni, consentendoci di comprenderci reciprocamente pur nella diversità delle lingue parlate da ciascuno.

Infine lo Spirito unifica intessendo legami di comunione tra noi e Dio, fino a diventare una sola cosa: noi un Dio e Dio in noi. Diventiamo uno con Dio.

Camminare nello Spirito significa camminare verso la verità di questa unità. Le opere della carne sono plurali e frantumano il cuore. Al contrario quello dello Spirito è un unico frutto che unisce intessendo comunione. Luca racconta che i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo quando venne tra di loro lo Spirito. Dove c’è lo Spirito c’è la comunione: dove c’è la comunione, lo Spirito può manifestare l’abbondanza dei suoi frutti. Amen.