SOLENNITÀ DELLA SS.MA TRINITÀ

S. Messa di ringraziamento per i 70 anni della Associazione Femminile Medico Missionaria e in ricordo della Venerabile Luisa Guidotti Mistrali

Roma, Basilica di S. Prisca, sabato 25 maggio 2024

 

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO DE DONATIS, PENITENZIERE MAGGIORE

 

24.05.25

Carissimi fratelli e sorelle,

la celebrazione della solennità della Santissima Trinità, in comunione con tutta la Chiesa, in questa prima domenica dopo il tempo pasquale, si arricchisce per voi oggi con un canto di lode e ringraziamento al Dio Uno e Trino per il decreto di riconoscimento della vostra Associazione Femminile Medico Missionaria e per il decreto di venerabilità di Luisa Guidotti Mistrali, figlia eletta della medesima associazione.

Per questo con tutta la Chiesa oggi diciamo: “Sia benedetto Dio Padre e l’Unigenito Figlio di Dio e lo Spirito Santo: perché grande è il suo amore per noi”, così recita l'antifona d'ingresso della messa.

Nel libro del Deuteronomio il Signore, per bocca di Mosè, esortava il popolo a conservare viva nel cuore la fede nel Dio creatore del cielo e della terra, che con mano potente e braccio teso aveva liberato il popolo dalla schiavitù dell'Egitto.  Sì, la creazione è opera trinitaria, perché procede dalle mani operose del Padre per mezzo del Figlio: nel Verbo, infatti, furono create tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra, e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Ma la creazione si è separata dal Creatore con il peccato dell'uomo, cadendo sotto il dominio della morte. Con il peccato la creazione e in particolare l'uomo si è separato dalla sorgente della vita. Perciò il Verbo è venuto a cercare la creatura per ricondurla al Padre, come il pastore che va in cerca della pecorella smarrita per condurla all'ovile.

Il Verbo venne a cercare lo stesso Adamo che aveva creato, facendolo vivere della sua stessa vita, con l'effusione del suo stesso sangue.  Il Verbo ha realizzato la restaurazione dell'umanità e così l'ha introdotta nella stessa vita trinitaria: nell'eterna unione tra il Padre e il Figlio, nel vincolo dello Spirito Santo.

Quest’opera continua nei secoli attraverso la predicazione del Vangelo, il battesimo e l’insegnamento dei suoi comandi ad opera della Chiesa. Lo abbiamo ascoltato nel vangelo di Matteo: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.

Sappiamo che la parola “battezzare” vuol dire proprio “immergere”: quindi il battesimo spalanca la porta del mistero e fa entrare nella luce della verità e nel calore dell'amore trinitario chi crede e si fa battezzare.

Questa, cari fratelli e sorelle, è la missione della Chiesa alla quale ogni battezzato è chiamato a prendere parte, secondo la sua vocazione e il carisma specifico che gli è stato donato. Il decreto di riconoscimento della vostra associazione come Società Laicale Missionaria di Vita Apostolica è un gesto di fiducia della Chiesa, che riconosce il vostro carisma, ed è anche una ulteriore chiamata a cooperare alla sua opera missionaria, specialmente con la professione medica e il servizio sanitario. Di questo oggi voi siete riconoscenti ed esprimete la vostra gratitudine alla Trinità Santissima e alla Chiesa.

La vostra Associazione ha una spiritualità marcatamente trinitaria, come bene lo esprimono le vostre costituzioni. Il brano della Lettera ai Romani che abbiamo ascoltato nella seconda lettura apre squarci di luce sulla nostra vita. L'immersione nella vita trinitaria per mezzo del sacramento del battesimo cambia la nostra natura, lo Spirito Santo entra nel nostro cuore e ci fa realmente figli di Dio, scaccia ogni paura e così, per mezzo dello stesso Spirito, possiamo gridare: “Abba! Padre!”. Sì, siamo figli di Dio, figli adottivi ma figli, figli nel Figlio Unigenito.

Lo Spirito Santo presente nei cuori trasfonde un trasporto di amore e uno slancio apostolico, l'inabitazione della Santa Trinità ci immette una duplice apertura verso l'Alto in verticale e verso gli altri in orizzontale, si incarna, cioè, nella preghiera e nella missione.

In questa celebrazione a lode della Santissima Trinità tutta l’'Associazione Femminile Medico Missionaria e tutti i volontari missionari amici di Luisa Guidotti ringraziano la Santissima Trinità, il Papa e tutta la Chiesa per la proclamazione della venerabilità di Luisa. Sappiamo che il decreto di venerabilità segna un passo fondamentale nel cammino di un servo di Dio verso il riconoscimento solenne della sua santità.

Con tale decreto la Chiesa riconosce che ella ha vissuto in modo eroico le virtù proprie del cristiano, in particolare la fede, la speranza e la carità. E se ancora attende la conferma dall'alto, attraverso il miracolo che Dio voglia operare attraverso la sua intercessione, pure la Chiesa riconosce e riconsegna alla vostra famiglia apostolica e a quanti la ammirano la sua testimonianza come affidabile esempio da imitare e sicuro sprone nel proprio cammino di santificazione.

La Lettera ai Romani ci assicura che, in quanto figli di Dio, siamo già coeredi di Cristo e prenderemo parte anche alla sua gloria, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze. E che questo si sia realizzato nella vita della venerabile Luisa Guidotti Mistrali ne è prova il fatto che il suo nome era già stato annoverato tra i nuovi Martiri della Chiesa missionaria nel Giubileo dell’anno 2000. Ella infatti è stata uccisa proditoriamente il 6 luglio 1979 a Mutoko in Zimbabwe, mentre a bordo di un'ambulanza svolgeva la sua opera di medico presso l'ospedale All Souls, mettendo così a tacere una voce, la sua, che in un contesto razziale parlava di pace e di fratellanza.

La venerabile Luisa Guidotti era stata legata da vincoli di profonda comunione, pur nella differenza di temperamento, con Adele Pignatelli, la fondatrice dell'Associazione, legame iniziato nel 1903 e continuato fino alla morte. Ambedue condividevano gli ideali missionari, l'amore alla Chiesa e la profonda vita spirituale fatta di abbandono fiducioso alla Beatissima Trinità.

Così scriveva ella in una sua lettera: “Io sono proprio stufa della guerra: mi trovo su di morale quando penso che le circostanze in cui ciascuna di noi vive sono state scelte e misurate accuratamente dal Padre non per evitare la croce, ma per portarci alla resurrezione”.  Parole, queste, che fanno eco a quelle dell'apostolo Paolo: se figli, siamo anche eredi, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo siano onore e gloria nei secoli dei secoli.  Amen.